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Disturbo dell’apprendimento non verbale
Non Verbal Learning Disability
Il Disturbo dell’apprendimento non verbale (DANV) si configura come gli altri DSA ma alla base vi sono le difficoltà a carico dell’elaborazione delle informazioni visive e spaziali con conseguenti ripercussioni in specifici ambiti. Il disturbo è infatti caratterizzato da un profilo intellettivo nella norma che presenta una specifica discrepanza tra la componente verbale (nella norma) e quella non verbale (deficitaria). Il Disturbo dell’apprendimento non verbale (Non Verbal Learning Disability, abbreviato in NLD nella letteratura internazionale) mostra notevoli sfaccettature ed è per questo fondamentale per il clinico accertarsi dello sviluppo del bambino con un’attenta e approfondita anamnesi.
Le caratteristiche del Disturbo dell’apprendimento non verbale
Punti di fragilità dei bambini con DANV
I bambini che presentano il Disturbo di Apprendimento Non Verbale solitamente mostrano difficoltà di tipo percettivo, nella coordinazione dinamica generale e oculo manuale con un atteggiamento spesso goffo e impacciato.
Le caratteristiche cliniche più evidenti sono:
I bambini mostrano difficoltà nella gestione dello spazio a disposizione e nel posizionare gli oggetti seguendo precise indicazioni utilizzando i riferimenti riferimenti spaziali come sopra-sotto; alto-basso; destra-sinistra; davanti-dietro.
I bambini con NLD hanno una spiccata competenza verbale e di conseguenza anche la memoria uditivo-verbale risulta adeguata, mentre la memoria a breve termine e di lavoro visuo-spaziale risulta essere un punto di fragilità.
L’iperverbosità, ossia il parlare troppo, è una caratteristica molto diffusa nei bambini con disturbo dell’apprendimento non verbale. Infatti, hanno la tendenza a parlare eccessivamente, spesso senza rispettare il proprio turno e con una prosodia carente.
Sul piano sociale i bambini con Non Verbal Learning Disability mostrano difficoltà ad interpretare la pragmatica della comunicazione: non colgono la gestualità che accompagna le parole e non traducono in significato la mimica facciale rendondoli così poco competenti nei rapporti sociali.
I bambini che presentano questo disturbo impiegano molto tempo per inserirsi in una nuova situazione e per questo hanno la tendenza ad essere routinari e ripetitivi nella gestione delle loro giornate.
Criteri clinici per diagnosticare il Disturbo dell’apprendimento non verbale
Indicatori diagnostici per il DANV
I criteri clinici per diagnosticare il Disturbo di Apprendimento Non Verbale maggiormente utilizzati a livello internazionale sono organizzati in diversi punti che indicano non solo le principali aree di difficoltà, ma anche gli aspetti di funzionamento preservati.
Le conseguenze del DANV sugli apprendimenti
Quali sono le ripercussioni in ambito scolastico?
I bambini e ragazzi con disturbo dell’apprendimento non verbale possono avere difficoltà negli apprendimenti come il calcolo, la scrittura e la comprensione del testo. Tali difficoltà hanno una grande variabilità soprattutto in quei casi con un buon potenziale intellettivo nei quali le eventuali difficoltà di apprendimento potrebbero emergere solo a partire dalla classe quarta o quinta della scuola primaria, ossia quando le richieste didattiche si fanno più articolate e si avviano le attività di studio come scienze e geografia.
Una disciplina molto ostica per la maggior parte dei bambini con diagnosi di DANV è rappresentata dalla geometria. I bambini infatti mostrano difficoltà nel riconoscere le figure geometriche, nell’individuarne le varie componenti (base, altezza, diagonale), le caratteristiche “fisiche” e le modalità di rappresentazione grafica, con l’impossibilità di memorizzare e applicare le formule ad essere relative (perimetro, area).
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